L'attesa per scoprire chi sarebbe stato il vincitore di questa nuova edizione del Festival di Sanremo era alle stelle: tra pronostici e speranze, a spuntarla è stato il più originale e atipico dell'intera manifestazione: Francesco Gabbani, con la sua canzone "Occidentali's Karma". Ma che cosa lo ha portato alla vittoria, guadagnandosi il favore del pubblico? Quali sono le caratteristiche che lo hanno reso il più amato da vecchie e nuove generazioni? Il suo stile estroverso, stravagante e fuori dal comune è stata una carta vincente per conquistare gli spettatori ed è probabilmente ciò ( un ballerino in costume da gorilla ed una coreografia semplice e coinvolgente) ad aver distolto l'attenzione dall'uso a sproposito di termini filosofici e neologismi dal vano significato accompagnati da una musica orecchiabile, che avrebbero dovuto ispirare una critica nei confronti dei rapporti tra Occidentali e cultura orientale, ma che risulta quasi offensiva. Un'esibizione che, seppur divertente, non era adatta al contesto festivaliero, rivelandosi più consona ad uno spettacolo comico. Per molti, la vincitrice morale risulta essere Fiorella Mannoia, dall'alto della sua carriera decennale, che conquista il premio della sala stampa e quello per il miglior testo. Cantante formidabile, anche se forse non avrebbe dovuto partecipare a questa edizione per dare maggior spazio ad artisti più giovani e meno conosciuti. A completare il podio Ermal Meta, vincitore del premio della critica, con la canzone autobiografica "Vietato Morire", incentrata sui violenti trascorsi familiari. Prima di giungere alla classifica, rivelata verso l'1.45, si sono susseguiti sul palco, ad intervallare i concorrenti, ospiti spesso dimenticabili e dal dubbio valore culturale. Si veda lo chef Carlo Cracco, la cui presenza è stata superflua e utile solo per allungare il brodo, o l'intervento comico di Geppi Cucciari, una parodia del celebre programma di Maria De Filippi "C'è posta per te", che ha, però, fallito nell'intento di far ridere. Ad arricchire la kermesse, invece, sono state le eccellenze italiane Zucchero e Rita Pavone: il primo cantando sue celebri canzoni insieme ad un commovente omaggio a Luciano Pavarotti, la seconda, premiata per i suoi 55 anni di carriera, ha espresso la sua gratitudine e dilettato il pubblico con la sua versione di "Cuore". Infine, per intrattenere i più giovani, è salito sul palco Alvaro Soler, che ha eseguito un medley dei suoi brani più amati, coinvolgendo la platea, che si è alzata per ballare. Alla luce di quanto detto, sorprende come questa dimenticabile edizione del Festival sia stata la più seguita dal 2002. Ciò detto, fino al prossimo Festival, Namastè.
Ufficio Stampa Liceo G.D. Cassini Sanremo
Photo credit: Corrado Corradi
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