Si è tenuta lunedì pomeriggio, nella Sala degli Specchi di
Palazzo Bellevue, la seconda parte della lezione dell’UNITRE riguardante la
letteratura italiana, intitolata: “Passeggiate letterarie in Italia per le vie
di Ferrara”. La conferenza, condotta dalla professoressa Lucinda Buia, ha
tratteggiato in particolare due personalità fondamentali per la storia di
Ferrara: Torquato Tasso e Giorgio Bassani. Dopo un breve riassunto della
lezione precedente, incentrata sulla figura di Ludovico Ariosto, l’atmosfera
cambia e, anche se a soli 40 anni di distanza, viene presentato un personaggio
cresciuto e vissuto in una realtà completamente diversa, quella della
Controriforma, ovvero Tasso, anche detto “il poeta perseguitato”. Giunto a
Ferrara presso la Corte, ma preceduto dalla fama della sua famiglia, il poeta sarà costretto a convivere per sempre con il
suo dissidio interiore, che gli causerà notevoli problemi psicologici. Questo conflitto,
dato dal desiderio di fama ottenibile solo presso la corte e la consapevolezza che
quest'ultima fosse piena di sospetti, intrighi e paura, saranno il motivo del suo allontanamento forzato da
essa. Suo noto ammiratore fu Giacomo Leopardi, che inserì nelle “Operette morali”
un dialogo tra Torquato Tasso e il suo genio familiare. La professoressa si è poi
concentrata su un personaggio più moderno, lo scrittore Giorgio Bassani. Autore
del romanzo “Il giardino dei Finzi Contini”, concentrò le sue produzioni tra il
1938 e il 1943, periodo difficile per lui, a causa delle sue origini ebree.
Strettamente collegato alla città e a Bassani fu la produzione cinematografica:
Vittoria De Sica infatti si cimentò nella realizzazione di un film in cui Bassani
avrebbe dovuto scrivere la sceneggiatura poiché protagonista di esso, ma questa
non piacque al regista che continuò il progetto senza l’ausilio dello
scrittore. Bassani dunque non fu mai d’accordo con De Sica e si dissociò
completamente dal film. Altre produzioni attinenti a Ferrara furono quelle
artistiche: due noti pittori, De Pisis e De Chirico, furono molto legati alla
città; ricordiamo ad esempio il quadro di quest'ultimo “Piazza d’Italia”. Nonostante
il decadimento politico e letterario della città durante la presa di potere del
Papato nella fine del 1700, la musica rimase un elemento fondamentale e
rilevante della città. Ferrara, città molto amata da numerosi poeti quali
Carducci e D’Annunzio, fu spesso definita come dotata di “ solitaria pace”,
amata da secoli nonostante il passare del tempo.
Maria Chiara Donzella
Ufficio Stampa Liceo
G.D. Cassini-Sanremo
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