“Una stella tra
miliardi di stelle”,è questo il titolo della lezione di Astonomia
riguardo al sole che si è svolta il 10 gennaio presso la Sala Degli
Specchi del comune di Sanremo.
Ha tenuno questa lezione
la Professoressa Marina Muzi, ex responabile dell'osservatorio di
Perinaldo e attualmente membro del direttivo dell'associazione
Stellaria, associazione che si occupa di divulgazione e didattica
riguardo l'astronomia, o come ha detto durante la lezione “Stellaria
si occupa di condividere l’arte dei mondi sconosciuti”.
Prima di parlare del sole,
la professoressa ha brevemente spiegato come il nome della Galassia,
la Via Lattea, nasca dalla mitologia classica, che vede il latte di
Giunone alle basi della Galassia, e come essa fosse rappresentata
nelle varie culture antiche.
In seguito la
professoressa ha esposto le caratteristiche della struttura del sole
e i processi termonucleari tramite i quali genera energia e luce;
quest'ultima , sebbene necessiti di solo otto minuti per compiere i
150 milioni di kilometri per raggiungere la Terra, impiega decine di
migliaia di anni per riuscire a raggiungere la superficie solare
partendo dal nucleo.
Ciò avviene poichè tra
il nucleo e la fotosfera,questo il nome della superficie solare, i
fotoni devono attraversare una sostanza così densa da rimbalzare
continuamente all'interno della stella.
La professoressa ha poi
parlato degli strumenti con cui possiamo studiare il sole e le altre
stelle, iniziando dai telescopi, tra cui il VLT-ESO situato in Cile e
composto da quattro telescopi che operano assieme, proseguendo poi
con i satelliti ed in particolare GAIA, satellite che ha recentemente
eleborato un modello della nostra galassia con una precisione mai
ottenuta prima.
L'insegnante ha poi
concluso con un discorso carico di speranza per un futuro ricco di
giovani interessati all Astonomia e di nuove scoperte.
In fondo, per ora,
conosciamo solo il 4% dell'universo...
“...e
vidi lume in forma di rivera
fulvido di fulgore, intra due rive
dipinte di mirabil primavera.
Di tal fiumana uscian faville vive,
e d’ogne parte si mettìen ne’ fiori,
quasi rubin che oro circunscrive;”
fulvido di fulgore, intra due rive
dipinte di mirabil primavera.
Di tal fiumana uscian faville vive,
e d’ogne parte si mettìen ne’ fiori,
quasi rubin che oro circunscrive;”
(La Divina
Commedia, Par. XXX 61-66)
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