lunedì 19 dicembre 2016

A VENT’ANNI DI DISTANZA GLAUCO MAURI RIPORTA IN SCENA INSIEME AD ANDREA BARACCO I DUE CAPOLAVORI DI SOFOCLE

A vent’anni di distanza Glauco Mauri riporta in scena insieme ad Andrea Baracco i due capolavori di Sofocle Edipo re ed Edipo a Colono; la regia dell’Edipo re è di Baracco, mentre quella dell’ Edipo a Colono di Mauri. Nell’Edipo re assume grande importanza il tema della ricerca dell’uomo, Edipo infatti, andando alla disperata ricerca dell’assassino di Laio, ritrova se stesso. L’ambientazione post-moderna, in cui la scenografia sembra l’esterno di un palazzo di periferia e una piscina si trova in mezzo al palco, forse a rappresentare l’impetuosità della peste, dato che viene riempita con una pioggia ad inizio spettacolo, tradiscono il carattere grandioso della tragedia, infatti il sentimento prevalente è quello della rabbia, dello scontro, e non si lascia trasparire l’incredulità per il fatto scoperto, mentre appare ben poco il dolore. Il testo di Sofocle viene comunque trattato quasi nella sua integrità ed emerge anche l’ironia tragica; inoltre è percepibile la tragicità del peccato di Edipo, che costituisce uno dei maggiori tabù della nostra società. Nell’Edipo a Colono, in cui il ruolo di Edipo è impersonato dallo stesso regista, la scenografia è minimale e i costumi sono in linea con il periodo storico, i membri del coro, coperti da mantelli bianchi, spesso li lasciano per impersonare i ruoli della tragedia. In quest’opera risalta la tragicità dell’esilio, la disperazione con cui si chiede l’accoglienza, emerge un Edipo fortemente cambiato che ha grande capacità di sopportazione, ma a cui rimane ancora quella durezza irosa giovanile che gli permette di maledire il figlio anche in punto di morte. Edipo riflette sul significato della vita e scopre che, come nel suo caso, spesso l’intenzionalità di un’azione non coincide con la sua oggettività. La morte diventa per Edipo la liberazione dal dolore della vita, concetto ben espresso nell’interpretazione di Mauri.

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